Italo Svevo nella Coscienza di Zeno sembra in un passo descrivere il Borgo Giuseppino:
«Trieste città di vaste e alte case disciplinate un po’ severe nella loro semplicità senza divagazioni o capricci d’arte, case d’ufficio case di lavoro e di commerci dove tutte le concessioni sono accolte nel compromesso atrio balcone quasi a doveroso omaggio ma anche ad avvertimento dell’ospite che arriva»