Il “Viale” a Trieste è solo ed unicamente il Viale XX settembre. In molte occasioni avevo avuto occasione di approfondirne la storia, lunghissima e davvero molto interessante di questa via alberata che rappresentava la passeggiata che i triestini, già dalla fine del ‘700, compivano per raggiungere il centro cittadino partendo dalla zona del Farneto.
Lì dove infatti si sviluppava il bosco del Farneto, che all’epoca era ben più vasto e rigoglioso di come lo vediamo oggi, c’erano le ville dove risiedeva la nobiltà. Il “Boschetto” così chiamato, era parte dell’antica riserva di caccia dell’Imperatore Ferdinando I e terminava dove un tempo c’era la casa del cacciatore guardaboschi. La sommità del colle, lì dove c’era la Casina del guardiaboschi, prese il nome di Cacciatore. Ma questa è un’altra storia.
Il Viale fu costruito per volontà di Domenico Rossetti, il quale donò alla città un luogo dove trascorrere il tempo libero, passeggiando vestiti elegantemente lungo il tracciato del dismesso acquedotto teresiano che portava l’acqua fino al centro città ed è proprio per questo che viene chiamato anche via dell’Acquedotto.
Viale XX Settembre è stretto ed alberato, quasi tutto pedonale, oggi come allora è un luogo dove incontrarsi per passare il tempo libero. Al civico 16 nacque nel 1861 lo scrittore Italo Svevo, all’anagrafe Ettore Schmitz. Tra i palazzi spiccano per bellezza il teatro Eden, oggi sala cinematografica, nella maestosità dello stile liberty che lo caratterizza, ed il più imponente politeama Rossetti che oggi è sede del Teatro Stabile di prosa del Friuli Venezia Giulia.
Con puntualità ogni anno, nella terza settimana di marzo, in Viale viene riproposta una mostra mercato dedicata ai fiori. E quale miglior saluto per una primavera in arrivo? Per più di una settimana nel tratto del Viale compreso tra Largo Bonifacio (là del Mascheròn) e via Rossetti, quella passeggiata perpetuata nei secoli diviene un’immersione tra piante e fiori di ogni tipo.