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Gorizia

29 Gennaio 2022

La prima volta che andai a Gorizia per ragioni di lavoro ebbi l’occasione di soffermarmi ad osservare i palazzi e le vie. Prima di questa occasione pensavo semplicemente che la città non mi piacesse, senza se e senza ma. Non la vedevo bella e la percepivo molto fredda. Dovetti ricredermi. Fu in quell’occasione che incontrai tra le mura del Castello , l’allora sindaco della città Ettore Romoli.

Sorge nell’estremo oriente della pianura friulana, dove confluiscono le valli dei fiumi Isonzo e Vipacco, alle pendici dell’altopiano carsico, circondati dalle colline del Collio, ai confini con la Slovenia. Gorizia è bagnata dal fiume Isonzo che bagna anche la città slovena di Nova Gorica che si trova difronte a Gorizia.

In effetti la storia di Gorizia è lunga ed intensa come spesso accade per i luoghi di confine, e si riflette sulle architetture degli edifici, sui luoghi di culto e sui nomi delle sue strade che vennero attraversate, nel 1947, da un “solco” a seguito degli accordi del trattato di pace di Parigi sulle nuove frontiere fra Italia e Jugoslavia.

Il più noto monumento della città è il Castello che sorge sul punto più alto di un ripido colle, poi ci sono Palazzo Attems Petzenstein con la Pinacoteca, Palazzo Coronini Cronberg, Palazzo Lantieri e numerosi altri luoghi (e musei) dove respirare la storia di una città che – come scrive Paolo Rumiz ne La leggenda dei monti naviganti – “per i triestini è Venezia Giulia, per i friulani è Friuli, per gli sloveni semplicemente roba loro. Gorizia, di chi sia nessun lo sa”.

Foto © Lucio Ulian

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