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Grado

7 Maggio 2022

Vista e rivista decine di volte in questi ultimi 20 anni, non ricordo neanche più quanti amici mi ci hanno portata a pranzo o a cena o per fare una passeggiata. Eppure non l’avevo mai compresa nè apprezzata veramente.
Nell’estate in cui nacque il mio bimbo, mio marito ebbe la straordinaria idea di dire: trasferiamoci a Grado per il periodo del tuo congedo di maternità. E così fu.

Per oltre 4 mesi ogni mattina mi sono svegliata a Grado e preparato il necessario, me ne andavo in spiaggia con il bimbo, sotto l’ombrellore. Nei giorni di brutto tempo facevo passeggiate lungo la Diga.
Mi piace pensare che siano vere tutte quelle storie che l’aria e la salsedine dell’Isola d’oro, così come viene chiamata Grado, siano vere perché il mio bimbo ci ha passato i primi mesi della sua vita. Ci sono 10 chilometri di spiagge orientate a sud e ciò significa che è possibile godere dei raggi del sole per l’intera giornata. Il miglior stabilimento? per noi il Key West in “Costa Azzurra”, così come è chiamata la spiaggia vecchia di Grado.

Il borgo originario è davvero suggestivo: vicoli, scalinate fiorite, terrazzini e porte nascoste fanno di questo luogo un gioiello prezioso. La sua storia è millenaria e questa si riflette nelle tradizioni, nella lingua e nella gastronomia. Gli Asburgo nell’Ottocento l’avevano vista lunga, decretandola quale meta prediletta per trascorrere salutari vacanze. Nobili e mercanti, intellettuali e ricchi borghesi si trasferivano qui per godere dei benefici del sole e della sabbia morbida e finissima dalle proprietà curative.

Lunga è la tradizione enogastronomica che è legata molto al lavoro dei pescatori che, giungendo al sorgere del sole nel Porto Mandracchio di Grado, fin dentro la città, riforniscono i ristoratori del loro pescato. Il piatto gradese per eccellenza è il “boreto”, creato infatti dai pescatori che un tempo vivevano nei casoni in laguna e tramandato per generazioni. Poi ci sono i prodotti della terra come l’asparago bianco o le pesche di Fossalon. Non so dire quanti gelati ho mangiato, quell’estate, al gusto pesca e basilico di Fossalon!.

Foto © Lucio Ulian

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