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Muggia

10 Settembre 2022

Mi portarono a Muggia per la prima volta amici dell’università, c’era da festeggiare il carnevale, era il mese di febbraio di ormai 20 anni fa. Faceva molto freddo ma ciò che mi colpì subito fu la somiglianza con Venezia.  A Muggia in effetti c’è molto di Venezia e questo emerge subito passeggiando per le strette vie, chiamate “calli”, dove, sulle facciate degli edifici, compaiono i vecchi stemmi della Repubblica Veneziana. Il fulcro della vita cittadina è piazza Marconi dove si erge anche il Municipio che, non a caso, presenta sulla facciata i Leoni di San Marco, gli stemmi delle antiche famiglie nobiliari muggesane ed i nomi dei più rappresentativi podestà veneziani. C’è il dialetto che ha evidenti influenze, il cibo e infine le tradizioni, basti pensare all’imperdibile Carnevale.

A pochi passi si trova il Mandracchio, l’antico porto che oggi ospita barche da pesca e da diporto, dove intenso è il profumo del mare ed emerge la vocazione marinara della città che, sovrastata dal Castello trecentesco ha un centro fatto di case a pochi piani, che si aprono con bifore e balconi su viuzze e piazzette.

Muggia si sviluppa su delle colline che si affacciano sul Golfo di Trieste, in cima alle quali numerosi sono i resti archeologici che raccontano le origini della città. Dell’anno Mille è ad esempio, la vecchia Basilica di Santa Maria Assunta con i suoi affreschi bizantineggianti. Da qui lo sguardo spazia sul vasto panorama del Golfo e del Vallone di Muggia dove nella Valle delle Noghere e alla foce del torrente Rosandra, che un tempo delimitava il confine del territorio, si estendevano le saline.

Foto © Lucio Ulian

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