Storie

La Pinza triestina

15 Aprile 2023

Vivendo a Trieste e frequentando triestini ho imparato che la pinza qui è un’istituzione. Con quel profumo avvolgente di pane dolce rievoca a molti i ricordi dell’infanzia in famiglia. Più di un’amico ad oggi ancora la prepara in casa come facevano i genitori o meglio ancora, i nonni.
Fu Ervino Jerian un giorno a svelarmi quale è il segreto per un profumo così intenso… tanta scorza di agrumi grattuggiata.
Già perché su un impasto di pochi ingredienti semplicissimi, la scorza di arance e limoni conferisce quell’intenso profumo che è tipico di questo dolce che da queste parti è un po’ il simbolo della Pasqua. Si tratta di un pan brioche non eccessivamente dolce che le donne lavoravano a lungo nell’impasto (senza planetarie) e lo facevano cuocere nei forni comuni il sabato santo perché fosse fragrante per la famiglia la mattina di Pasqua. 

E così nei giorni che precedono questa festività, ogni anno, le famiglie si riuniscono per preparare l’impasto e dopo una lunghissima lievitazione, per metterlo in forno e poi consumarlo accompagnato da prosciutto cotto o arrostito e altre pietanze tipiche.

In realtà è straordinaria consumata anche ogni giorno, a colazione, spalmata di nutella o semplicemente inzuppata nel latte.

Foto © Lucio Ulian

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